Le “nuove assunzioni” acchiappaclick

“Pubblicato il bando per le nuove assunzioni al Comune”. Un titolo a effetto, una mirata condivisione sui social ed ecco che il post diventa virale. Centinaia di condivisioni e ancora più commenti. Poco importa se quel post è sic et simpliciter un acchiappaclick. Basta aprire il link per rendersene conto: nel migliore dei casi si tratta di un concorso in un ente geograficamente più che distante dalla sede della testata giornalistica che ne dà notizia; nel peggiore, di un comune neanche menzionato.

Qual è il problema? Che nel primo caso si sfrutta la buonafede del lettore che cerca nella testata locale informazioni locali e in un titolo che potrebbe essere a dir poco suggestionante; nel secondo caso c’è proprio una mortificazione del giornalismo e di tutte le attività a esso connesse.

La nuova frontiera dell’informazione passa anche da qui.

Un tempo ci avevano istruito a dovere su come stanare le fake news – di cui si parla e straparla tanto: titoli a effetto, notizie che ingannano, che hanno il solo scopo di portare più visite al sito di turno. Oggi, evidentemente non basta più. Ed ecco che – evidentemente approfittando della crisi economica, di chi scrolla homepage e siti all’affannosa ricerca di un posto di lavoro – la simil-fake news approda nel mondo del lavoro e dei concorsi. Perché? C’è la smanìa di agguantare quante più visite possibili, di mostrare agli inserzionisti numeri da urlo delle pagine social, con tanto di interazioni, condivisioni e commenti. Poco importa se il 50% di quelle interazioni sono negative o se l’altro 50% quel pezzo non lo ha letto nessuno.

Sarà la legge del marketing e della pubblicità? Può darsi; anzi, lo è. Ma è giusto che la legge economica prevalga oggi su quella dei contenuti quando si parla di informazione?

Ci sarebbe tanto su cui interrogarsi a proposito del giornalismo oggi. Ma io mi interrogo e mi preoccupo – prima ancora che dell’informazione – del fatto che il 50% degli utenti medi (e mi sento generosa nella stima approssimativa) abbia deciso di condividere un post dando per scontato il contenuto, senza neanche leggerlo, e senza neanche rendersi conto di cosa ha condiviso con gli amici.

C’è molto da riflettere sul giornalismo; ma c’è tanto da riflettere anche sui lettori…

Non si sfruttano i sogni delle persone

Ci sono poche cose che mi fanno arrabbiare. In cima alla lista ci sta chi organizza corsi a pagamento che sembrano promettere il posto dei sogni. Sullo stesso piano quelli che, con ignoranza o con scarse qualifiche, si ergono a ruolo di qualificati docenti tuttofare, magari perché hanno studiato all’università della vita (per loro stessa ammissione). E su Facebook le due categorie abbondano, grazie anche a pagine sponsorizzate. C’è un solo modo per fermarli: diffidarne!
Non si sfruttano i sogni delle persone!

La bufala del post per l’algoritmo di Facebook

Alzi la mano chi non ha mai letto, negli ultimi mesi, il messaggio di un amico su Facebook: “è cambiato l’algoritmo, se vuoi leggere i miei post, commenta…”. Il post suona più o meno così. E a condividerlo – anzi, a copincollarlo – sono tutti: professionisti, professori e quelli che hanno studiato all’università della strada (per loro stessa ammissione, sigh!).

Allora sfatiamo questo tabù: l’algoritmo, pure che cambia, certo non si scoraggia davanti alla condivisione di un post!

Insomma, questa storia del post e dei commenti per leggere quello che scrivono gli amici è una bufala. O meglio, una catena di Sant’Antonio. Avete ancora il dubbio? Non ve lo dico solo io: lo sostengono anche quei siti che, per fortuna, hanno proprio il compito di smascherare le bufale che abbondano oggi on line (posto i link in calce). Perché non vedete i post di tutti? Semplice semplice: è probabile che Facebook vi stia mostrando le notizie principali e non le “ultime notizie”. Per cambiare impostazione, basta andare sui tre pallini alla sinistra di “Notizie”, nella colonna in alto a sinistra e scegliere l’opzione desiderata.

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Ecco fatto!

Buona navigazione a tutti! 🙂

Link:

 

Casalino, Mentana, le scuse e il video “scomparso”

Avrei voluto segnalare con qualche giorno di ritardo il triste video di Rocco Casalino – capo della comunicazione del M5S – che passa una notizia in anteprima a Mentana nel corso di una delle tante maratone politiche.

Avevo da parte il link con il video pubblicato nelle ore successive da Repubblica. Lo avevo condiviso di Facebook e aspettavo di commentare con calma, approfondendo l’argomento.

Mentre mi accingevo a postare il link di Repubblica, accompagnato da qualche mia personalissima considerazione, ho scoperto che sul sito del giornale il video non è più disponibile.
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E allora ho deciso di approfondire. Ho scoperto che quelle immagini restano ancora su Youtube e vi chiedo di guardarle.

Poi ho scoperto da Fanpage.it  che Casalino si è scusato con Mentana, che il video doveva restare privato ed era solo goliardico.

A questo punto, premettendo che non ho assolutamente intenzione di salire in cattedra e spiegare cose del mestiere a chi ne sa più di me, qualche considerazione vorrei farla.

Innanzitutto, non è poco serio inviare la notizia prima a Mentana e poi alle agenzie?

Ok, è in corso una maratona; ma le agenzie non lavorano 24 ore su 24?

Perché realizzare un video, anche se goliardico?

Soprattutto, consentitemelo, qualcosa non funziona: se quel video doveva restare privato e goliardico, perché è finito sui giornali? Chi lo ha regalato all’esterno? E perché?

Come mai sul sito di Repubblica è sparito il collegamento al video?

Il tono da marachella adolescenziale resta; resta anche, a mio avviso, una pessima figura. E un clima che, prescindendo da considerazioni politiche che non mi appartengono, non mi piace.

 

Se il lettore si interroga sul rapporto tra diritto di cronaca e rispetto delle persone…

Torno a scrivere dopo tanto tempo per una considerazione che stamattina mi è venuta spontanea. Riguarda il rapporto tra il diritto di cronaca e il rispetto delle persone. Io ne ho sempre parlato. Ne hanno sempre parlato gli addetti ai lavori. Ma, sfogliando le pagine dei social e del Corriere della Sera, stamattina ho notato che sono stati alcuni lettori a porsi domande circa il bilanciamento tra il diritto di cronaca e il rispetto delle persone. E ne sono stata felice.
Non ho letto i resoconti di cronaca a cui si fa riferimento. Ma sono contenta di leggere queste lettere.
Un lettore che pone l’interrogativo #etico e di #coscienza a un #giornalista è sempre una bella notizia, specie se le considerazioni nascono sul delicato rapporto tra diritto di cronaca e rispetto delle persone.

http://www.corriere.it/lettere-al-direttore/12-02-2018/index.shtml